domenica 6 ottobre 2013

Mi scusi, signora Matematica

Siamo qua! In fondo ai tuoi pensieri, mentre il Razionale ti annega subissandoti di numeri e aragoste! Ah! La dolcezza della crosta numerica, dell'inforchettata di spline, del Razionale che imbocca la mente! Credere di poter spiegare tutto, la presunzione della Matematica!
Possiamo forse spiegare attraverso somme, integrali e direttive matematiche la bellezza del tramonto, mentre i pesci cantano della Laguna di Diamanti?
Possiamo pensare di ingabbiare in Leggi, Postulati e Teoremi l'insondabile bellezza della cuccuma fischiettante, del caldo tepore di un barbagianni, del lancio della trota?
Parlate con Euclide del pelo del Formichiere, della lucentezza del marmo e dello splendore del sabato.
Parlate con il Razionale.
Parlate con la Convenzione.
Imbrogliarla è facile, se ve la sentite.
Imbrogliarla è facile se avete Santiago come amico, se siete svegli da due ore e se avete bevuto un bicchiere di latte sbarazzino.
Imbrogliarla è facile, se sapete che campanelli suonare.

Quando entrai nella stanza, la Convenzione era seduta su un tavolo bianco, di legno, ordinato e pulito. Faceva calcoli con una grossa calcolatrice, e scriveva i risultati intermedi su un foglio, perfettamente allineato con la scrivania.
La matita con cui scriveva aveva sempre la punta, e non una briciola di grafite cadeva per terra.
La perfezione è bianca e luminosa, ma estremamente noiosa.

<< Signora Convenzione, posso farle un paio di domande? >>
<< Ma certo figliolo, ma alla svelta che devo far di conto. >>
<< Non mi chiami figliolo, la prego. Non siamo parenti, né da parte di madre, né da parte di animale domestico. >>
<< Faccia la domanda, che il tempo scorre. Sa perché scorre il tempo? L'ho inventato io. Altrimenti sarebbe tutto un battibecco di persone, luoghi e avvenimenti disordinati. Il continuum mi permette di dare un ordine allo scombinato, al caos. E nessuno si augura il caos. >>
<< Ne potremmo discutere, ma non era questa la mia domanda. Se permette, posso... >>
<< Immagino lei voglia chiedermi del perché abbia inventato le leggi. Beh l'Universo deve avere delle regole, capisce. La faccenda dell'ordine. La disciplina dell'Universo dev'essere garantita, altrimenti sarebbe il caos. E nessuno desidera volontariamente il caos, mi segue? >>
<< Fortunatamente non la seguo. Ma posso farle la domanda? >>

<< Lei vorrà chiedermi della Matematica, allora. >>
<< In un certo senso. Allora vado con la domanda? >>
<< Beh la Matematica è la mia grande invenzione. Un capolavoro, la madre di tutte le Scienze. E se si dovesse chiedere chi ha inventato le Scienze, beh sono stato io. Per dare un ordine a tutte quelle discipline che non rientravano nella purezza della Matematica. Capisce, non si potevano tenere le approssimazioni nella Matematica, non senza regole rigide. L'imperfezione porta al caos. E non le ripeterò di certo che il caos non lo vuole nessuno. >>
<< Io non le ripeterò che questo non è quello di cui voglio discutere. Io devo farle questa benedetta doman... >>
<< FACCIA LA SUA DOMANDA, ESSERE PELOSO, E SE NE VADA! Devo finire i miei calcoli, mi ha già fatto perdere troppo tempo. E il tempo è Convenzione, se lo ricordi. >>
<< Lei ha detto che la Matematica è la Perfezione, la spiegazione finale, la madre di tutte le leggi. Nemica del caos, e dunque nemica dell'assurdità e del profano, giusto? >>
<< Certamente. >>
<< Si può dire che la Matematica è la Razionalità allo stato puro, giusto? >>
<< Esattamente. Vada al sodo, le ho già detto. >>
<< Mi spieghi una cosa allora. Perché, se la Matematica è razionalità allo stato puro, deve dimostrare alcune cose per Assurdo? >>

Tutto ciò che rimase furono la scrivania, il foglio e la matita, mentre mi girai per andarmene, le mie scarpe scricchiolarono mentre schiacciavano qualcosa a terra.
Mi chinai, e con mio gran stupore, trovai una mina da matita, completamente sbriciolata, e il segno nero che la sua rottura aveva provocato sul pavimento luminoso.