domenica 24 novembre 2013

Ritorno alla Libertà

Mesi e mesi passati sotto montagne scarafone di libri, codici e appendicoli da studio; la luce in fondo al tunnel era una mera sirena, lampadina sul comodino, sempre accesa, minacciosa.
La prigionia sfianca e quello che volete: ma soprattutto, ammazza la creatività.

L'ispirazione arriva tardiva, sotto le coperte, nel tentativo estremo del dormire. Ho ben più di un mese di repressione da sfogare.

Lasciatemi ballare con l'Assurdo.

L'allarme svegliava i prigionieri, stentati esseri dalle parvenze di falene. Legano al letto il procione prima di partire, dormistanchi arrancanti.
Lo squadrone alza la bandiera, salutando l'aereo a forma di pagliaccio.
"Generalissimo, come vedete i delfini non creeranno problemi alla tournée di giovedì. Godiamoci lo spettacolo."

Antistante la batteria di regime, assolutamente inconscio della figura del tremante baldacchino, mi ergo alla ricerca del sonno perfetto. Si abbattano sogni, cuscini e letamai di luculliane domeniche passate all'ombra di una tavola.
Lasciate stare i comodini e concentratevi sulla luminescenza del perché.
Domani non saremo che polvere di fata, che trotto di pipistrello, che jolly di spade.
Domani non saremo che formiche davanti ad un ricco uomo.

Il torneo purpureo si staglia nella notte dei tempi. Installate quello che volete, sui bastioni; installate quello che volete, sulle torri d'avorio. Installate quello che volete, alla ricerca del sonno.
La visione è nitida: il Maestro ha paura, io arranco nella dualità del mio essere. Ma l'ho visto: nero e barbigliante, il lato oscuro della risurrezione della luna.

Dualismo che permette evasione: finalmente la Luce.

Ciao, Formichiere, mi sei mancato.
Respiro a pieni polmoni tornei medievali, la musica dell'eterno muro dipinto, la gioia delle giornate caminose, davanti a un croccante e a un barattolo di miele.
Il potere dei libri ci deve divertire e angosciare: librovori, nel fondo del sottosuolo, si divertono tra pelle e carta, incendiando solo le menti dei giovani poeti.
Partiamo nel sottosuolo, per raggiungere il cielo.

Avete mai notato la schizofrenia della corda di una chitarra? O di quanto sia effimero un pomeriggio di dicembre?
Il senso della vita sta nel battito della corrente, nel luminare del Natale. Il senso della vita sta tra gli ultimi della fila, tra i primi e tra quelli in mezzo; il senso della vita sta dove gli pare, ma credo che odi gli estranei.

Beato il folle nella notte del pianoforte: solo lui coglie la musica delle stelle.

Tentenno tra le vetrine, rigurgitando tutte le leccornie di una notte di sonno tranquillo.
Una vaga sensazione mi percuote.

Possibile che dietro a tanto riposo ci sia così tanto lavoro?