martedì 27 novembre 2012

Delirio da Febbre

Ora sto meglio, ma la notte di domenica ha lasciato sulla mia psiche delle ridondanti ferite, crude e allampanate, che ancora oggi mi angosciano, allucinanti nella loro derisione della Razionalità.
Il fatto che mi preoccupa maggiormente è la stima che ho provato per loro. In fondo in fondo, da un certo punto di vista, le ho apprezzate.
Sono state un'iniezione di Assurdo capaci di smuovermi dopo quasi un mese di assoluta inattività. Sono state tanto grandi da rimanermi fissate nella mente, come un tatuaggio sulla fronte.

Vediamo come viene, rivivendole per pochi minuti, se ancora riescono ad evocare i fantasmi del passato, mangiatori di lacrime, disperazione, cuscini e sudore.

PREMESSA: avevo un mal di gola tale da farmi gemere come un gerbillo (anche se non so come gemano i gerbilli, ma con quel nome il loro gemere deve essere tremendo), la febbre, e dato che mi ero appallottolato come una mummia inesperta al primo giorno di lavoro (quando ancora non ha capito che tenere le bende un po' larghe aiuta alla circolazione) stavo sudando.
Insomma, la classica scena da delirante da febbre, con l'aggiunta dell'impossibilità di deglutire per il dolore.
Esperienza formativa e fortificante. Let's go!

DELIRIO

La mia testa si squadra, mantenendo solo i bordi bombati, e la mia faccia si fa monitor.

Per chi ne sa un poco di materia, divento un lettore di schede perforate, inspiegabilmente attaccato ad un monitor.
Per chi non sapesse di che cosa si tratta, sto parlando di un aggeggio simpatico nella quale venivano inserite schede con fori particolari, che indicavano al lettore il programma da eseguire.
Inserisci la scheda, esegue istruzione. Semplice. Non dilunghiamoci.

Ogni scheda, per essere porcessata, necessita che io deglutisca.
Azione e dolore ballano insieme, se voglio avanzare devo deglutire, se voglio avanzare devo soffrire.
Sì dolente il programmare, sì alienante lo studiare!

Ora sono in una vasca di vetro, una palla per la precisione. Il lettore è lontano, sono contento.
Che bello vedere il mondo dalla sensuale curvatura trasparente, lucida finestra!
Ad un tratto la Sensazione mi avviluppa.
La Sensazione è la Regina dei Presentimenti e la Principessa della Cattive aspettativa: la Sensazione è la sensazione che qualcosa possa andare male.
Chiaro: non respiro, sott'acqua. Devo deglutire un po' d'acqua, se voglio risalire.
Dolore per sopravvivere, sopravvivere per soffrire ancora.
La vita è sofferenza sofferente, dolore doloroso, deglutire e masticare (ma anche bere e dormire, russare e mangiare).

Mi sveglio dal delirio, sudato.
So che forse Qualcuno di Imperscrutabile mi ha voluto mandare dei messaggi con tutte quelle storie di sofferenza profondamente legate (come edera ad una pianta) al concetto di agire e sopravvivere; ma in fondo chissenefrega.

Semplicemente apprezzo la montagna di Assurdo che mi è piombata in testa quella notte.
Si chiama vedere il bicchiere mezzo pieno, l'anatra mezza grassa, il biscotto mezzo vaniglia, la casa mezza intera, la zanzara mezza morta, o la lacrima mezza scesa.

Chiamatelo come volete, ma i deliri mi piacciono un po' sempre...

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