domenica 4 marzo 2012

La Frustrazione della Domenica pomeriggio

I cavalieri lucidi e unti già si stagliano sulle colline della fantasia, lentamente muovendosi verso la concretezza della pagina bianca, del nulla da plasmare.
Una palude si stende davanti ai loro destrieri pitturati, una palude ricca di insidie, e con mille strade. Ogni strada porta a qualcosa, ma non lo si può sapere se non percorrendole.
I cavalieri, sudando nelle loro sfavillanti armature variopinte, non riescono a mettersi d'accordo sulla strada da percorrere: c'è chi vuole quella rosa, mentre messer Inovvio indica con certezza quella che pare la più difficile, convinto che alla fine sia l'unica davvero sicura; c'è chi vuole quella d'argento, chi cerca quella del pleonastico e del non necessario (dove colibrì farfallano tra giganteschi fiori, nei quelli le descrizioni circolano all'infinito ampliandosi asintoticamente), oppure chi decide di lanciarsi dritto per dritto, rotolando nella melma e sparendo nel fuoco marrone delle ribollenti acque di stagno.
Qualche cavaliere, i più temerari, si gettano nella stada delle infinite battaglie, sperando di andare aventi tra mazzate e colpi di lancia; qualcuno si dirige timoroso nelle impossibili questioni, altri in vicoli che sembrano portare all'uscita, ma che in realtà girano in tondo.
Ser Laido cerca la strada del bassume, delle brutture linguistiche e nelle situazioni piccanti e nei nudi, pensando ad una schiera di bavosi lettori; i cavalieri dell'alba vanno invece nella strada delle promesse false, quella che appare facile, la più banale.
Ser Peto torna indietro, non avendo coraggio a sufficienza per avanzare nella palude; ser Fulvio ragiona sulla strada dei colpi di segna, rischiando di non avanzare nemmeno di un passo.

Ho sempre odiato la domenica pomeriggio, stupida spettatrice del lunedì che si avvicina. L'indolenza raggiunge picchi da spread, mentre il divano sembra quasi scomodo nel torpore del primo pomeriggio.
E' un odio viscerale e profondo, che non lascia spazio ad allegria. E scrivere un romanzo fantasy in un clima del genere porta a conclusioni ovvie o stupide, mai geniali e irriverenti.
Un bel vaffanculo alla domenica pomeriggio (passatemi la cattiveria, sono frustrato).
Ogni domenica pomeriggio, mollare sembra più facile.

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