Oggi faccio uno dei miei tanti esperimenti.
Descriverò una canzone di 6 minuti, scrivendo tutto ciò che mi passa per la mente in tempo reale.
Questo per me è il primo passo della fusione tra diversi ambiti dell'arte: musica e scrittura. Spero il primo passo verso qualcosa di più grande, di più bello, di più Assurdo.
Io credo in un'arte che deve ancora essere inventata: l'Assurda Arte della Sintesi, che racchiuda il Tutto in sé.
La canzone è "Alucard" del gruppo Progressive Rock "Gentle Giant", facilmente reperibile su Youtube.
Buona lettura, anzi, buon ascolto!
ALUCARD
Luci del Circo, avvitatemi intorni al fanciullo giocoso! Colore di zucchero filato sulle sue gote, mentre il tendone si staglia nella notte.
Luci di festa, berillio e alogene; amare lo spettacolo, le giravolte, virtuose figlie dell'arte. Annunciatori dai corti sigari saltellano nell'oscurità.
Fine dello spettacolo.
Parco nero, vuoto, corvi che becchettano quattro popcorn lasciati per terra.
Ombre che ammaliano le mura più cupe e la giravolta, adesso, nera si stende nell'inconscio terrorizzato.
Il giorno dopo, immemore della notte si diletta ancora delle capriole, il gesto buffo, la mandria del pubblico.
La calma per il grande numero, sussulto di masse: paura che non ce la faccia. Tamburi del rullio, preparazione e salto. Fiato corto e sospeso due piroette,, qualcuno afferra il danzatore. Il numero si avvita.
Fine dello spettacolo, il terrore torna al viaggiare tra le tende più nere. Un ratto sbocconcella i resti di una caramella, attendendo il nuovo giorno.
La pancia duole, crampi della notte! Allontanatevi dal parco, pagliacci sbandati che fumano erba nera.
Pagliacci sbandati che si allenano blandamente, cadendo per terra, puzza di gin e vomito.
La seconda faccia dello spettacolo.
Nascosta.
Squillar di trombe e di nuovo in pista: spazio al colore, al bello e all'effimero.
Ma dietro al muro, corvi e ratti aspettano il banchetto notturno, voraci e smagriti.
Sipario.
Questa canzone ha terribilmente risvegliato la mia paura per il Circo. Forse solo io lo trovo triste e deprimente, ma dietro alla faccia truccata del clown c'è spesso una storia di schiavitù accettata, di uno stancante girovagare, che non porta a nulla.
Il Circo per me è triste, e dietro alla sua maschera di zucchero filato e colore, il terrore più nero mi sfida, con la puzza di popcorn e di vestiti sdruciti.
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