A George R.R. Martin, e i suoi cavalieri dalle armature luccicanti e fantasiose.
Soldatini imbacuccati come omoni dietro ad armature sfavillanti, in direzione di gloria, onore e fango.
I cavalieri, prodi difensori del reame, si innalzano sui loro cavalli armati (bella l'immagine di un unicorno che al posto dell'affusolato corno a spirale presenta un piccolo obice; già la parola obice è bella, figurarsi cavallo obice).
Ser Arcobaleno, con l'armatura di tutti i colori, fatta da un prisma: in realtà è bianca, ma il materiale di cui è composta spacca la luce e la getta tutt'intorno, riverberando colorate meraviglie.
C'è Ser Pente, sinuoso, l'armatura in code di lucertola; sangue freddo scorre nelle sue gelide vene, come thè lasciato troppo tempo sul davanzale: si assapora il caldo perduto.
Ser Marmellata avanza impetuoso, trascinando a terra la sua armatura di confetture (parola che oserei definire dolce) e biscotti, di pane e miele caldo; cavalca un cornetto, con uvette e marmellata d'arancia.
Ser Pranzo, ornato di ragù, cavalca un manzo, pasciuto e vitelloso; la sua arma è una forchetta, il suo scudo un piatto, che reca l'insegna di uno spaghetto che avviluppa il male del digiuno.
Dietro di lui Ser Bianco e Ser Rosso: le loro armature sono botti, e non portano armi: il loro vino è per gli amici, e assaporarlo davanti al camino, nelle notti d'inverno, li rende ancora migliori; il loro soprannome è Tesori, perché la pace del brindisi è meglio di una mesta razzia.
Ser Astronauta, voglioso di viaggiare per cielo, cavalca il suo ippogrifo, bianco panna, dalla cresta color del cioccolato; Ser Fiero cavalca la sua leonessa, dal pelo lisciato, e la sua spada riflette l'eco di battaglie pulite.
Ser Manto, completamente ricoperto di panneggi dorati, porpora e verdi; Ser Cromo, capace di cambiare colore in base all'umore: oggi è verde (Ser Fiero ha lustrato la leonessa; chi non vuole cavalcarla?), domani sarà bianco, o azzurro come le onde che increspano l'alba.
Ser Due, dal nero manto di 1 e 0, che attraverso una striscia luminosa sul petto indica cifre sconosciute, ma belle nel loro luminoso candore; compone odi matematiche, e risolve difficili calcoli in poco tempo.
La fanfara di fiati e percussioni annuncia l'arrivo di Ser Bardo; armato di un flauto traverso lancia dolci note, melliflue, in direzione del nemico, decidendo il carattere che le note devono instillare in lui. La sua armatura è uno spartito, e la melodia si scrive da sola, diligente, puntellando di bellezze canore il freddo metallo.
Ser Piuma, dall'elmo beccuto, pigola per un'antica ferita; la sete di vendetta è dipinta sulla sua cappa di piume viola, e dall'osso di seppia che brandisce con ferocia innata.
Ser Skeleton, armato di ossa di balena ed elefante; mai uccisi da lui però; la sua armatura sembra un corpo ribaltato, a volte spaventa davvero i bambini.
Ben più gioioso è Messer Pelo, l'araldica del formichiere fiammeggiante che si eleva sulla folla.
Cavalca un formichiere gigante, che sibila e sorride ai bambini, e ha sempre belle parole per tutti.
In realtà, è più il formichiere, gentile e bonario, che concede a Messer Pelo di cavalcarlo.
La sua armatura è coperta da una spessa e fuffosa peluria, morbida al tatto degli amici, pungente e fredda al contatto dei nemici.
L'allegra brigata
avanza nell'alba;
le loro avventure
già son leggenda.
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