Scioccato dalla marea di insulsi, abitudinari sproloqui di vaneggi impalpabili.
"Buonasera signora Cultura. Mi conceda di stuprarLa, così, per folle divertimento".
Ribrezzo, copioso e immanente, permea le vene di chi osserva; o meglio, di chi legge.
Quanto poco nel molto!
Vanesi giri di parole per riempire le pagine.
Vergogna, a te e alla tua stirpe.
Mia consuetudine è recarmi alla libreria.
Con passo baldanzoso assaporo l'odore della carta, per me consolazione tangibile in un'era digitale a cui comunque appartengo fieramente.
Volteggio come un colibrì tra le scansie, adocchiando, brillando, spegnendomi, rinvigorendomi e sfarfallando a vuoto, solo per il gusto di sfiorare copertine cartonate o economiche, dipinte accuratamente o minimaliste.
Il fiero leone si aggira per la savana, alla ricerca della gazzella più succulenta, quella che gli arrecherà maggior piacere, e per più tempo.
Armadillando ignaro mi avvicino alla corsia del Fantasy, e della Fantascienza, miei prediletti territori di caccia.
La nausea è una delle sensazioni peggiori, se abbinata al provar ripugno per qualcosa.
E' come se centinaia di umidi vermi, mollicosi e sporchi di fango, danzassero un ballo distorto sulla vostra lingua.
Libri INUTILI.
SCIOCCHI, RIPETITIVI, NOIOSI, INOPPORTUNI.
DISGUSTOSI, VENDUTI, SCHIERATI E IMPERTINENTI.
Ti mostrano spudorati la loro assoluta mancanza di necessità, sbattendotela in faccia e spalmandola con vigore fino ai capelli.
Mi sento offeso da tanto ciarpame, da tanto esercizio dell'inettitudine di qualcuno che vede nello scrivere. E che puntualmente viene pubblicato.
Come dissi a suo tempo, mai mi sono arrogato il diritto di essere pubblicato, ma sono dell'idea che tale onorificenza vada concessa a chi sia in grado di maneggiare una penna con DOVUTA E RICHIESTA disinvoltura.
"Ciao, caro il mio Formichiere. Passavo di qua e vedendoti in tale stato indignato per i prossimi minuti tenterò di tentarti."
La signora Presunzione.
Liscia e languida nel suo mantello di sete pregiate (una formula, sete pregiate, che mi ha sempre fatto pensare all'India, ai puntini sulla fronte e al riso pilaf).
"Ma guarda che porcherie vengono pubblicate al giorno d'oggi. Pensa che a te manco ti considerano. Disdicevole."
Poffarda mentre guarda i libri, sollevandoli, soppesandoli come pezzi di carne (poffardare: osservare qualcosa sbuffando vistosamente).
"Che vergogna."
So sempre dove vuole andare a parare. Ed eccola che parte.
"E pensare..."
Lo sapevo.
"... che tu..."
Arriviamo al punto, vegliarda.
"... hai inventato un genere letterario. E nessuno TI-SI-SCORREGGIA."
Affondo al cuore, classico, pulito, senza sbavature, come l'armatura di un pangolino.
Ora, io non ho la più pallida idea se questa mia convinzione di aver inventato DAVVERO un nuovo genere letterario sia giustificata; so per certo però, che ogni volta che la signora Presunzione interviene, salta fuori la questione.
Non so perché, ma a una parte della mia mente piace pensare di essere un innovatore letterario.
Ad ogni modo, credo fermamente nel Formichiere, e nell'Ispirazione pelosa che concede a pochi procioni (tra cui i ragazzi de L'Assurdo).
E credo fermamente in quello che scrivo, nei miei pochi ma buoni fan.
E se per caso sarò davvero il pioniere di una nuova letteratura, i pochi ma buoni pronunceranno il mio glabro nome, e potranno vantare l'avermi seguito dagli albori.
Vi voglio bene, miei cari lettori, miei ricci, alberi e zuccheri; mie peonie, violaciocche; miei ragnetti, miei zaini e miei muri portanti.
Vi voglio bene, miei equini colleghi, compagni di ciurma in un piatto mare di bonaccia letteraria, alla ricerca mai conclusa di un'Assurda ElDorado.
Il piacere dello scrivere, oltre che dall'atto in sé, deriva dalla consapevolezza della Vostra approvazione.
Grazie.
La questione preferisco chiuderla, stendendo un velo impietoso sulle lotte che inficiano gli angoli più egoisti della mia mente; ma posso, e a ragione, insistere sulla pochezza (che parola signori, che parola!) della maggior parte di ciò che vedo nel reparto novità.
E il primo stronzo che mi dice che però "Lo Hobbit" è bello anche se nuovo, lo prendo a calci in culo fino al 1937.
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