Era da un po' che non raggiungevo la serenità necessaria per una sana sessione breve di poesia.
Quella poesia che piace a me, fatta di alambicchi, provette, koala e giaguari, che ti avviluppa fumosa lasciandoti un incerto bacio sul gomito.
SVOLAZZO
Svolazzo pigro
sulla città della gogna:
inebrio fiori dal nettare spento,
stanco di cartoni e televisione.
Colore e sambuca, per Dio!
Ravvivate il mio svolazzare.
Crepate i muri della scuola
elementare,
rintronando bambini
di caramelle e lampadari.
Svolazzo dolce,
su pandori e luminarie,
Natale d'oggi.
M'inoltro tra le genti,
Mosè e mosche,
copripiumoni e treni in ritardo.
Canto di Natale
o Natale da cantare?
Svolazzo nella nebbia,
tra pagode, stracchini,
arachidi e balocchi.
Micetti di arbusti
bussano tremebondi
calore spasimato.
Si abbandonano lascivi su cuscini
di leprotti.
Svolazzo sul razzo,
in cerca di circhi,
rimuginando altalene passate,
presenti,
future.
Suicidio di zanzare zuccherate,
apriscatole danzerini
concorrono con soldati di ventura.
Svolazzo tra libri,
polvere e armadilli.
Pelo di Formichiere,
l'Ispirazione suona prog.
Leccatevi le guance,
o mortali,
e innamoratevi di un piatto.
L'albero sorride,
del sorriso dei martelli.
Buon Natale cari lettori! Buon Natale e buone Salamandre a tutti!
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