Prima era la
Convenzione , nuda e cruda, che per comodità aveva radunato
ogni concetto in un grosso agglomerato, per poter ragionare meglio senza i
moscerini che gli ronzavano intorno alla testa e i bambini che giocavano in
cortile.
Osservando la
Convenzione e il grande Agglomerato, l’Assurdo pensò
“Formichiere”, e un metafisico pelo puff puff emerse a lambire i confini di
esso, figlio di una coda setosa e folta.
Fuck You
I’m the Anteater.
“Faccio schifo, mettiamo tutto in ordine, non posso di certo
presentarmi in questo modo al Formichiere.”
Occhi nobili e sguardo millenario, esperienze degne di eoni
interi accumulate in pochi secondi.
Il Formichiere pensò “fame”, e il Problema gli comparve
davanti agli occhi barbini.
Per mangiare serviva qualcosa di commestibile.
Ma per definire “commestibile” bisognava definire il suo
contrario, e poi finire in loop infinito.
Il Formichiere creò la Filosofia perché risolvesse il Problema al posto
suo, ma essa si mise trotterellare tra mari di crema solida e distese di
ghiaccio gassoso, nello stravolgimento del Caos che tentava di mettersi in
ordine.
Osservando la
Filosofia che si rigirava nella cruda essenza della materia
del Caos il Formichiere fece uscire la lingua lungua, tentando di carpire le
informazioni più commestibili del Groviglio Universale.
Non riuscendo a
cogliere i giusti punti per scindere il Groviglio si arrabbiò, e parecchio.
Un’enorme esplosione, dove tutto quello che stava nel Caos venne
sparso all’interno dello Scatolone Universale, abbreviato dal Formichiere in
Universo.
Pianeti, costellazioni, Galassie, tutto sparso.
Il Commestibile, nelle sue forme più svariate finì sul
pianeta Acqua, chiamato così perché possedeva il 71% circa di acqua, una
sostanza liquida che però al Formichiere non piaceva perché salata.
E il Formichiere,
coda a ciuffi setosi,
scese su Acqua,
alla ricerca del Cibo,
e della soluzione del
Problema.
Lo scenario che gli si parava davanti era decisamente magnifico.
Raffi d’acqua che cadevano da imponenti sciacquose fontane
di cascate, rigogliose giungle con steli umidi di bagnata rugiada, freschi come
la parola lattuga.
Ora il Commestibile era presente, e il Formichiere colse un
pomo da un albero.
Nulla da fare, non passava per la sua cannuccia pelosa.
Il Formichiere pensò ad un qualcosa che potesse aiutarlo
nella sua disperata ricerca, e perse un’intera giornata.
Venne la notte, e il Formichiere decise che era ora di
andare a letto.
Creò un letto, avendone un’idea raffazzonata in testa e si
mise a dormire un sonno tormentato, pieno di incubi ricchi di figure alate e
svolazzanti, serpenti resinosi e scimmie sbavanti, che indicavano un grosso
pulcino dall’animo dolce ma dai denti a sciabola.
Draghi in pigiama,
orsetti lavatori in carcere a spazzare le penne di aquile boriose ed impiccate,
mentre avvocati mangiano pinne caudali di mostri marini, capaci solo di leggere
libri gialli.
Plastica in blocchi
fagocita esseri nerboruti, che tentano di cogliere da terra qualcosa di
piccolo, e sfuggente, che nel sogno viene presentato come la soluzione del
Problema.
Il Formichiere si incontrò con la Convenzione ,
chiedendola di lasciarlo dormire; e lei, con abile trucco degno del miglior
venditore immobiliare, gli mostrò i pregi di una piccola isola verde e
rigogliosa, ricca di cocomeri freschi e palme, in cambio del controllo sul
resto di Acqua.
Il Formichiere vi dormì per secoli, mentre la Convenzione rimetteva
in ordine tutto quello che Coda Poffettosa aveva lasciato andare in libertà.
Creò la peggior Razza di burocrati di sempre: gli Uomini.
Crearono strade e diedero inizio ad una civiltà sempre più
razionale e dedita alla moneta, il nero cancro che gli mangiava gli organi, uno
per volta.
La cultura mascherava la brama di ricchezze, e i giri al
centro commerciale erano solo una scusa per comperare oggetti inutili al
fai-da-te.
Acqua aveva cambiato il nome in Terra, perché più concreto e
solido a differenza del sibillino sciabordio provocato dall’impetuosità
dell’incolore liquido.
L’Assurdo, completamente assimilato nel Formichiere, durante
il lungo sonno venne isolato nella parte più remota della semplice mente di
uomini e animali, intrappolato dal mondo onirico e dal Riposo Primordiale.
Ma prima bisognava trovare un qualcosa che lo aiutasse a
dormire al di fuori dell’isola.
Coccole pelose e
ridondanti, occhi tondi e sguardo dolce da cucciolo indifeso.
Aggiungiamo un pizzico
di morbidezza degna del miglior ammorbidente, il sapore del nuovo e la Bellezza dell’animale
addolcito ed inzuccherato.
Il tutto coperto di
pelo.
L’Orsacchiotto di Peluche si erse nella sua tenerezza,
ricordando biscotti appena sfornati e il sapore del caffè più morbido e
vellutato.
La schiuma di una stout
sembrava comporre le sue morbide parole tenere.
Il Formichiere ne creò un esercito, e partì alla riconquista
di Acqua.
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