giovedì 5 gennaio 2012

Genesi


Prima era la Convenzione, nuda e cruda, che per comodità aveva radunato ogni concetto in un grosso agglomerato, per poter ragionare meglio senza i moscerini che gli ronzavano intorno alla testa e i bambini che giocavano in cortile.

Osservando la Convenzione e il grande Agglomerato, l’Assurdo pensò “Formichiere”, e un metafisico pelo puff puff emerse a lambire i confini di esso, figlio di una coda setosa e folta.
Fuck You 
I’m the Anteater.
La Convenzione divenne Caos,poi si fermò per guardarsi bene.
“Faccio schifo, mettiamo tutto in ordine, non posso di certo presentarmi in questo modo al Formichiere.”
Occhi nobili e sguardo millenario, esperienze degne di eoni interi accumulate in pochi secondi.
Il Formichiere pensò “fame”, e il Problema gli comparve davanti agli occhi barbini.

Per mangiare serviva qualcosa di commestibile.
Ma per definire “commestibile” bisognava definire il suo contrario, e poi finire in loop infinito.
Il Formichiere creò la Filosofia perché risolvesse il Problema al posto suo, ma essa si mise trotterellare tra mari di crema solida e distese di ghiaccio gassoso, nello stravolgimento del Caos che tentava di mettersi in ordine.
Osservando la Filosofia che si rigirava nella cruda essenza della materia del Caos il Formichiere fece uscire la lingua lungua, tentando di carpire le informazioni più commestibili del Groviglio Universale.
Non  riuscendo a cogliere i giusti punti per scindere il Groviglio si arrabbiò, e parecchio.

Un’enorme esplosione, dove tutto quello che stava nel Caos venne sparso all’interno dello Scatolone Universale, abbreviato dal Formichiere in Universo.
Pianeti, costellazioni, Galassie, tutto sparso.
Il Commestibile, nelle sue forme più svariate finì sul pianeta Acqua, chiamato così perché possedeva il 71% circa di acqua, una sostanza liquida che però al Formichiere non piaceva perché salata.

E il Formichiere,
coda a ciuffi setosi,
scese su Acqua,
alla ricerca del Cibo,
e della soluzione del Problema.

Lo scenario che gli si parava davanti era decisamente magnifico.
Raffi d’acqua che cadevano da imponenti sciacquose fontane di cascate, rigogliose giungle con steli umidi di bagnata rugiada, freschi come la parola lattuga.
Ora il Commestibile era presente, e il Formichiere colse un pomo da un albero.
Nulla da fare, non passava per la sua cannuccia pelosa.
Il Formichiere pensò ad un qualcosa che potesse aiutarlo nella sua disperata ricerca, e perse un’intera giornata.
Venne la notte, e il Formichiere decise che era ora di andare a letto.
Creò un letto, avendone un’idea raffazzonata in testa e si mise a dormire un sonno tormentato, pieno di incubi ricchi di figure alate e svolazzanti, serpenti resinosi e scimmie sbavanti, che indicavano un grosso pulcino dall’animo dolce ma dai denti a sciabola.

La Solitudine, figlia della Convenzione, scacciata da quella fetta di Acqua, si riaffacciò per tutte le notti seguenti.
Draghi in pigiama, orsetti lavatori in carcere a spazzare le penne di aquile boriose ed impiccate, mentre avvocati mangiano pinne caudali di mostri marini, capaci solo di leggere libri gialli.
Plastica in blocchi fagocita esseri nerboruti, che tentano di cogliere da terra qualcosa di piccolo, e sfuggente, che nel sogno viene presentato come la soluzione del Problema.

Il Formichiere si incontrò con la Convenzione, chiedendola di lasciarlo dormire; e lei, con abile trucco degno del miglior venditore immobiliare, gli mostrò i pregi di una piccola isola verde e rigogliosa, ricca di cocomeri freschi e palme, in cambio del controllo sul resto di Acqua.

Il Formichiere vi dormì per secoli, mentre la Convenzione rimetteva in ordine tutto quello che Coda Poffettosa aveva lasciato andare in libertà.
Creò la peggior Razza di burocrati di sempre: gli Uomini.
Crearono strade e diedero inizio ad una civiltà sempre più razionale e dedita alla moneta, il nero cancro che gli mangiava gli organi, uno per volta.
La cultura mascherava la brama di ricchezze, e i giri al centro commerciale erano solo una scusa per comperare oggetti inutili al fai-da-te.
Acqua aveva cambiato il nome in Terra, perché più concreto e solido a differenza del sibillino sciabordio provocato dall’impetuosità dell’incolore liquido.

L’Assurdo, completamente assimilato nel Formichiere, durante il lungo sonno venne isolato nella parte più remota della semplice mente di uomini e animali, intrappolato dal mondo onirico e dal Riposo Primordiale.
La Fame, e con essa il Problema, svegliarono dopo milioni di anni il Peloso Dormiente, che si trovò dentro alle menti di tutti, dovendone uscire.
Ma prima bisognava trovare un qualcosa che lo aiutasse a dormire al di fuori dell’isola.

Coccole pelose e ridondanti, occhi tondi e sguardo dolce da cucciolo indifeso.
Aggiungiamo un pizzico di morbidezza degna del miglior ammorbidente, il sapore del nuovo e la Bellezza dell’animale addolcito ed inzuccherato.
Il tutto coperto di pelo.

L’Orsacchiotto di Peluche si erse nella sua tenerezza, ricordando biscotti appena sfornati e il sapore del caffè più morbido e vellutato.
La schiuma di una stout sembrava comporre le sue morbide parole tenere.
Il Formichiere ne creò un esercito, e partì alla riconquista di Acqua.

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