lunedì 9 gennaio 2012

Un po' di etimologia

horn (eng) = corno (ita)

La parola horn (corno) ha un'origine bizzarra, ma allo stesso tempo divertente e curiosa.

Correva l'anno 1555 (la somma delle cui cifre fa casualmente sedici, come il numero di tucani adorati a Ravenna), e il giovane mercante Ramingo La Maremma sbarcava a Cardiff.
Nato a Pistoia nel 1530 da un pastore maremmano e un cinghiale femmina ( da qui l'espressione "La Maremma Cinghiala"), si era dato al commercio di cravatte con l'Indonesia, per poi aprire le sue rotte verso l'isola britannica.

A Cardiff aveva condotto un bastimento carico di gorilla, e appena sbarcato cercò subito qualche possibile acquirente della sua merce gutturale, forestale e rumorosa.
La città vista dal porto gli piacque molto, anche se non tutti gli abitanti parlavano bene l'italiano.

Per capire meglio Cardiff, conviene fare una piccola digressione su ciò che disse Cristoforo Colombo quando scoprì il Galles nel 1482.
"Un coacervo di daini armati di picche e forconi, che vivono in case polverose e piene di moquette, parlano una strana lingua le cui parole mi ricordano il suono di 'dittonghi'.
Cristoforo dovette fuggire dopo una sua relazione con una renna che non sapeva cucinare bene, finita a causa di un ermellino e dell'esercito dell'indipendenza gallese, ma è un'altra storia.

Ramingo riuscì a vendere il suo carico dopo sedici ore di contrattazione ad una lepre, che aveva bisogno dei gorilla per offrire una protezione ai suoi simili che volevano attraversare la strada.
La scarsa competenza dell'inglese di Ramingo lo portò però ad includere nella vendita la sua nave e di richiedere come scambio un barile di sardine sottolio e quattro salve di cannone.
Trovatosi in braghe di tela e resosene conto dopo un acceso diverbio con la lepre e qualche colpo di manganello da parte di due scaricatori che nel tempo libero spaccavano pietre in miniera, si mise a girare Cardiff in cerca di una taverna che accettasse come moneta corrente le sardine.
Fortunatamente la trovò, gestita da un'alce e un gatto ghiotto di pesciolini.
Sdraiatosi sul materasso ad acqua (che al tempo era una vasca colma di acqua salatissima) cercò di pensare a come tornare a Pistoia, ma si addormentò subito e sognò draghi rossi e gorilla sottolio.

Il mattino dopo si recò alla piazza del mercato, con in tasca le ultime tre sardine rimastegli avvolte nella pagina sportiva dell'Oca di Cardiff.
Una gran folla di cervidi e lemuri si tratteneva davanti ad un palchetto, che purtroppo Ramingo non riusciva a vedere a causa dell'impalcatura ossea delle due alci che gli stavano davanti.

Con la grazia che aveva imparato mercanteggiando a Napoli, si mise ad urlare:-Le horna! Deh, potreste abbassare le horna pe'hortesia?-
Il suo urlo spense due candele e atterrò una mosca.

Si dia il caso che sul palco il Re di Cardiff, John Fitzgerald La Maremma, lontano cugino del padre di Ramingo, avesse convocato un'assemblea per decidere una bandiera da adottare.
Il drago rosso era quasi finito, ma mancava qualcosa che nessuno era riuscito a cogliere.
L'urlo di Ramingo lo fece sobbalzare piacevolmente.
-Ma certo, le horna!-
E con un grasso pennarello umido fece due possenti corna al drago (che nel 1556 vennero eliminate perché pacchiane).
Ramingo, per la sua intuizione, venne portato incredulo al trionfo, lasciando alla lingua inglese la parola "horna".

Durante la Guerra con la Spagna la "a" di "horna" venne eliminata, perché il plurale ricordava molto la lingua iberica.


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