sabato 30 marzo 2013

Sproloqui e nuovi progetti

Spesso trastullandosi in pigre serate con amiche e amici gli argomenti si vedono protagonisti di cambi repentini: la mano dell'Assurdo si libra sulle discussioni per portarle su strade desiderate inconsciamente, portando a sconclusionate illuminazioni su progetti culturali o meno.

Nel mio caso ho avuto la spinta (spero l'ultima) per la scrittura di un romanzo demenziale-fantascientifico.
Da quando ho iniziato le distruttive saghe di Mondo Disco di Terry Pratchett (ve lo consiglio, pelandroni), avevo in mano uno stile letterario divertente, che poteva aiutarmi alla stesura di un romanzo "serio".
Mi mancava la storia.
Che ieri sera si è scoperta già esistente e pronta.

Manca solo il coraggio, ora.
Sono molto bravo a iniziare le cose.
O meglio, sono un fan della discontinuità: un giorno parlo di lucertole, il giorno dopo di scale e rinoceronti; un giorno di frigoriferi e colibrì, quello dopo d'Irlanda e salsicce.
Un romanzo, un intero libro con un'intera storia, richiede CONTINUITÀ.
Una qualità (o un difetto? Mi consulterò con il mio psichiatra-dentifricio) che non possiedo è la continuità.

Molto probabilmente tra due settimane saremo qui a parlare di come è stato bello partire nella stesura di un romanzo. E di quanto è stato rilassante gettare tutto ai canederli.
Oppure di quanto il romanzo si stia rivelando riposante, come un frigorifero nel quale non devi cercare le fettallatte.
In ogni caso... non so come andrà.

Perciò cambio repentinamente argomento e butto giù due casuali versi, ché mi stavo incartando in un discorso serio.

Lamprede di danza si
rigettano nei flutti
della memoria.
Abbraccia la scossa,
vaso di terracotta.
Un prosciutto immobile
si palesa medicina
per cuori infranti.
Lavami la macchina,
che domani nevica.

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