Zenzero sui vestiti di chi vuole solamente pitturare l’anno: Buon Natale!
Luci accese in ogni foca, pinguini ammantati che scambiano sorrisi per doni e balocchi.
E’ un tripudio di balocchi, balocchi, balocchi.
Marionette false che si aggirano per Chiese, facendosi vedere da Dio solo all’ultimo momento: che simpatia!
Saltano i folletti dentro ai panettoni,
mangiandosi i canditi e leccando i torroni;
così vengono i bloccanti raffreddori,
birichini i folletti che avvelenano i Pandori!
Bambini con occhi a palla che osservano sfere colorate sbavando per un gioco e per ciò che ti presenta: plastic oso imballaggio, l’orgasmo del Natale è aprire il pacco, e sognare che sia in apribile, assaporando fino all’ultimo il sussulto della carta e dell’imballaggio.
Coppie che parlottano nei vicoli, sorridendo alle sventure più nere, si salutano gli abbracci e si abbracciano i baci; i saluti si baciano, creando un cerchi chiamato dal volgo Ghirlanda.
Agosi profumi diffondono la loro essenza carnale nei vicoletti tanto osservati e mai comprati che accarezzano gli alberi della città mai spenta.
Ovunque bambini zuccherati imballati in blu cartacce si spostano pinguinosamente, sprigionando il gusto che si attribuirebbe al freddo sciolto dal camino.
Fumo di sigari diversi, natalizi, esce dai camini della contrada rossa, dove Sua Santità la Ghirlanda e l’Albero, magico e con l’alone della solitudine voluta, comandano in pacifica contraddizione.
L’archè è l’albero, non la religione: essa è fonte di differenze, e dunque, non adatta alla bellezza del momento.
Buon Natale, la festa che libera tutto ciò che di solito teniamo dentro, e che ci permette di abbracciare gli altri col sorriso serpentino.
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