giovedì 1 dicembre 2011

La Bellezza (1)

Il mare in burrasca s'alza intorno alle coperte della mia mente.
Non ho voglia di scrivere, eppure sono qui, a forzare la mia testa di produrre un formichiere o addirittura un alveare (bello giallo, tondeggiante come quello dei cartoni animati, circondato da un miele che ne ha più della crema pasticciera, mentre un giallo orso di peluche si avvicina per inzuppare il pelo in esso) da proporre ai miei assidui lettori.
Certo che...parlare del'alveare mi ha fatto venire voglia di descrivere bellezze, giraffe multiformi e tutte alte, fino a dove la poesia si esaurisce.
Pardon: mai la poesia potrà fermarsi, finché i suoi figli Assurdi la ricercheranno, nutrendola con nettare puro, perché privato il più possibile della Convenzione.
Che bello questo nettare, denso e vaniglioso, con quella punta di dolce tipico del sapore dei cartoni che guardavamo da bambini: le videocassette, piene di salti polvere e ranocchie, mi riportano in quella ------------- (mi sono bloccato, mettendo su musica solenne e inuagurale, non posso creare fantasie belle belle belle) ------ bellezza?
Già detto.
Dico sempre bello, bellezza, bellamente, belloccio, balocco.
Balocco ecco!
...mi riportano in quella utopia fatta di balocchi e Pinocchi, ricca di ispirazione e assolutamente priva della cupa ombra dello studio.
Ed ecco il bambino, pieno e rosso.
Divagare mi porta verso orizzonti spontanei, versi e frammenti di poesie diverse e mai scritte che si affollano nella mia mente sussurrando i loro arcani fiammiferi.
Ad ogni modo ripeto un po' troppo la parola bello e i suoi diretti parenti.
Sapete perché?
No sinceramente, io non lo so.
L'unica certezza è che quando cerco di descrivere l'ineffabile sensazione, quella dove si balbetta per ore cercando un aggettivo (o un cuscino, o una marmotta che salta fuori dalla sua pelosa tana) per definire l'indefinibile, allora nella mia mente compare BELLEZZA, sempre, imperiosa come una formica che trascina un pianoforte, orgogliosa come un tucano dal becco completamente nero.
E' dunque la Bellezza la Bianca Dama, moglie, sposa dell'Assurdo, di cui dobbiamo dichiararci figli?
Il matrimonio tra Bellezza e Assurdo va preso per assodato? come due patatine fritte attaccate, oppure bisogna dare alla Bellezza un diverso significato?
A mio modesto parere, la Bellezza è figlia dell'Assurdo: l'Irrazionale, l'eliminazione della grigia convenzione non può che portare la Bellezza, candida come una tovaglia stesa sotto il sole o l'anima di un bambino, profumata come un vestito nuovo e morbida come il cuscino di un peluche.
Approfondiremo sicuramente la questione, per capire meglio di chi siamo figli, e dunque, di chi siamo fratelli.

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