venerdì 2 dicembre 2011

La Bellezza (2)

Eravamo arrivati nel punto in cui si decideva quale delle scimmie 
sia la più urlatrice, o quale tricheco avesse i baffi più vecchi?
Oppure... no non ricordo.
Oppure la mia fantasia si libra come colibrì immaturo, come uno spaventapasseri, di quelli dei cartoni animati, tondi e molto, molto carini, con i loro sacchi (come sono tondi!) che gli coprono le idee e le spighe di grano che ballano nella sua immateriale testa.
Com'è bello nella sua rotondità... aspetta: la Bellezza!
Si parlava del rapporto tra Bellezza e Assurdo, ed ero giunto dunque alla conclusione per nulla certa ma così insensata (pregio raro da trovare nel grigio mondo dell'asfalto, dove il catrame rimpiazza le formiche rosse, e i piccioni si scambiano con i pavoni e le libellule.
Mariniamo in un oceano impassibile, come un vigile che deve farci attraversare la strada, come un mammut, di quelli siberiani, con un fumetto che continua a ripetere "ho freddo!" (naturalmente in russo se uno spiraglio gli ha fatto passare le voci del Cremlino).
Tornando alle scimmie sono molto soddisfatto dell'evoluzione: mai potevamo sceglierci discendenti migliori: le scimmie sono proprio rock, mica come i piccioni.
I piccioni fanno schifo.
Oppure i formichieri: quelli sono molto belli, con la loro coda sinuosa che balla nell'aria, come uno Swiffer, ma senza polvere.
Lingua lunga, bell'animale tutto sommato.
Però a volte mangia le termiti.
Maledetta Convenzione, che nomina tutto, subito, senza pensare che un giorno un formichiere possa, non so, mangiare i sogni.
Quelli brutti, che nel cuore della notte rendono il tuo letto un Titanic o una giungla infestata da cattivi uomini (e tu per qualche strano motivo non puoi correre) o lo studio di Porta a Porta, con il plastico della Venere di Milo e gli ospiti che le guardano le... beh diciamo le rotondità.
Come vorrei avere un formichiere!
La Bellezza è figlia dell'Assurdo, perché senza di esso il mondo sarebbe pieno piattume, una tartaruga grigia che mangia cenere.
Io voglio piadine, dinosauri, divinità montane e fluviali, risotti e profumi, e volendo anche una spada laser: la Bellezza non sta nella Perfezione, è la Perfezione che sta nella Bellezza.
E poiché la Perfezione non è consona alla Convenzione, ma esiste (altrimenti non la si potrebbe definire), esse è sicuramente nell'Assurdo.
La proprietà intransitiva (scritta sulla lavagna, con quel pennarellone nero, che sguscia sul mare bianco della plastica) ci insegna dunque che, essendo la Perfezione insita nella Bellezza, e d essendo la Perfezione insita nell'Assurdo, un rapporto tra Assurdo e Bellezza deve esistere per forza, e di sicuro stanno nello stesso insieme, fatto di perline colorate, e quelle tendine per entrare dal panettiere, così inutili e fastidiose, ma assurdamente belle.

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